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La follia poetica di Onorato
Rita Bugliosi, Almanacco della Scienza del CNR, 23.05.2007
http://www.almanacco.rm.cnr.it
E’ ambientato in una clinica psichiatrica “Il più dolce delitto”, l’ultimo romanzo di gianCarlo Onorato, musicista e pittore visionario, oltre che scrittore. E nel volume le sue diverse anime emergono tutte: a suoni, colori, contrasti cromatici e luminosi è riservata infatti grande attenzione sin dalle prime righe ‘Mattino, in tanto silenzio attraversai corsie quiete color avorio. Come in una missione cammini sui riquadri di luce proiettati per terra dalle vetrate nell’ombra di corridoio: ombra, finestra. Poi ancora finestre e quadri di luce’. Narrato sotto forma di diario, il libro è la somma delle pagine che annota Marlo, un giovane medico inviato come ispettore dal Ministero per indagare su presunte violenze denunciate nell’istituto di cura. La struttura svizzera, apparentemente efficiente e ordinata, nasconde infatti soprusi e maltrattamenti operati sui più deboli e taciuti da tutti e che il dottore non tarda a scoprire.

Oltre a smascherare abusi, soprusi fisici e plagi mentali, il dottore-detective mette in discussione le teorie e i metodi brutali utilizzati dagli specialisti con i ricoverati, sistemi ai quali contrappone un concetto diverso del lavoro dello psichiatra, che deve basarsi su strumenti differenti dalle camicie di forza e dai sedativi, ‘Se questo mestiere non si fonda sulla delicatezza non ha ragione d’essere. Non si può esercitare una professione che agisce sulla sensibilità altrui senza avere affinato la propria’.

Ma soprattutto sottolinea come i confini tra normalità e pazzia siano sottili e facilmente travalicabili ‘Noi non siamo diversi. Tutti siamo in qualche modo dementi incapaci di riconoscere il proprio delirio’.

E’ difficile non cogliere nelle parole del giovane Marlo riferimenti a Basaglia e alle sue idee - ‘La follia’, diceva l’ispiratore dell’ancora discussa Legge 180, ‘è una condizione umana. In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione’ - ma nell’opera di Onorato la malattia mentale diventa, più che occasione di denuncia, spunto per un viaggio in un universo sensuale in cui la pazzia, priva di ogni connotazione negativa, si trasforma in fonte di malinconica poesia.
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