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Nucleare, istruzioni per scelte consapevoli
Giovanna Dall'Ongaro, Galileonet, 20.08.2013
 
Lo scopo, non dichiarato esplicitamente ma evidente sin dalle prime pagine, è nobile: voler educare i lettori alla conoscenza scientifica, per renderli cittadini consapevoli delle proprie scelte. Per questo il libro di Giancarlo Sturloni, fisico ed esperto di comunicazione del rischio, merita di essere letto. A fine lettura c'è la possibilità di ritrovarsi migliori, più informati, sempre e fermamente convinti delle posizioni di partenza, oppure disposti a clamorosi ripensamenti, ma sicuramente più invogliati a dire la nostra su un tema che troppo spesso divide ancora prima di venire compreso.
Perché l'atomo è stato diviso in senso letterale nel suo nucleo, ma continua a esserlo in senso metaforico perché ambivalente per sua natura: risorsa energetica, ma anche arma di distruzione di massa. Comunque, in entrambi i casi, fonte di mille paure.
Gli strumenti per decidere da che parte stare e argomentare le proprie idee ci vengono dati tutti. Si parte dagli aspetti scientifici del nucleare, ripercorrendo la storia delle rivoluzionarie scoperte sulla struttura dell'atomo, per passare a quelli militari che ancora oggi tengono impegnate le diplomazie di tutto il mondo, per finire sul tumultuoso e perennemente spaccato terreno del nucleare civile. L'ultimo capitolo "Sicurezza e percezione pubblica del nucleare" è la ciliegina sulla torta di un'analisi scientifica impeccabile che ha dato sempre uguale voce ai diversi punti di vista. È in queste ultime pagine che veniamo a conoscenza di aspetti spesso trascurati dalla nostra editoria e invece avvertiti come molto vicini dalla popolazione di ogni tempo e luogo: come è cambiata l'opinione pubblica dopo gli incidenti di Three Miles Island nel 1978 e Chernobyl nel 1986, come si sono evolute le centrali nucleari, quali errori sono stati commessi nella gestione dell'incidente di Fukushima, chi e in che modo deve occuparsi delle scorie radioattive.
È in questa parte conclusiva del libro che Sturloni ci apre orizzonti finora poco noti sulla vicenda di Fukushima. Quello che è accaduto quel fatidico venerdì dell11 marzo del 2011, secondo l'autore, non sarebbe dovuto accadere, o meglio non poteva accadere. Il drammatico incidente è stato gestito nel peggiore dei modi. A Fukushima, come a Chernobyl, è stata aspramente contestata la scelta dei governi di nascondere la verità. La colpa di avere volutamente taciuto ai cittadini i rischi a cui erano sottoposti non può venire perdonata. Così come la colpa della mancata prevenzione. Resta ancora valido il commento pubblicato su «Nature» in occasione del ventennale dell'incidente di Chernobyl: Il futuro dell'energia nucleare non dipende tanto dallo sviluppo di reattori più sicuri o dalla disponibilità di depositi per le scorie radioattive più affidabili da un punto di vista geologico, quanto piuttosto dalla capacità dei governi di guadagnare la fiducia del pubblico dimostrando di essere in grado di saper impiegare e gestire in sicurezza le tecnologie disponibili. Da qui dipende il futuro dell'energia nucleare.
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Testo riprodotto unicamente a scopo informativo.

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