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Monete o bottiglie, la storia sovietica in 25 oggetti
Gianluigi Ricuperati, Repubblica, 25.11.2012
 
Si racconta che nel cuore degli anni settanta la celebre rivista francese Architecture d'aujourd'hui fosse stata contattata da un dipartimento dell'università di Mosca per realizzare qualcosa che davvero sembrava un'impresa, allora: una versione in cirillico di un numero, interamente dedicato all'architettura e all'urbanistica sovietica.
Dopo un iniziale momento di confusione, i redattori transalpini, di buona lena, hanno iniziato a inviare fotografie e testi ai loro corrispondenti moscoviti, anche incuriositi dalla sfida di tradurre in una lingua politicamente diversa i contenuti del fascicolo. Tuttavia, quando ricevettero per posta l'edizione russa della loro testata, furono presi da sgomento: a causa della censura per ogni forma di critica architettonica "occidentale" tutti i testi erano stati cancellati. Nell'ultimo decennio l'interesse della pubblicistica specializzata per lo "stile sovieticus" si è espresso in mostre e pubblicazioni, cataloghi e corsi di studi, ma anche vere e proprie riscoperte che sembrano proiettare certi edifici sorti in varie zone dell'ex impero contro un fondale fantascientifico e visionario: i dischi volanti, approcciando al Sol dell'Avvenire, mutavano in
un purissimo cemento armato.
Oggi, più domesticamente, vorrei segnalare l'ultimo vivo segnale di questo interesse perdurante:
s'intitola La vita privata degli oggetti sovietici, l'autore è Gian Piero Piretto, lo pubblica Sironi, ed è bellissimo.
Si tratta di un vero e proprio regesto amoroso e analitico, che giustamente porta come slogan "venticinque storie da un altro mondo": per immagini e testo, infatti, questo libro ripercorre e racconta alcune cose simboliche e molto reali, nel senso di aderenti alla vita reale, che hanno contraddistinto l'epopea della dittatura più lunga della Storia. Varrebbe la pena di leggerlo anche solo per la prefazione, che illustra in poche dense pagine la complessa relazione che lo "spirito" russo pre 1917 e quello post-1917 intrattiene con il sistema degli oggetti (quello che l'Unione Sovietica si sforzava di fare era « eliminare quella spaccatura tra Cose e persone che era caratteristica della società borghese»): ma poi basta addentrarsi per passare dal macro al minuscolo, dallo Sputnik al rublo, dal pesce essiccato al cadavere di Lenin. Gli aneddoti sono infiniti, e rifiniti con mano da narratore, oltre che da studioso e storico: ci sono anche le sigarette, e il colore "rosso". Questo critico manuale di perfetta ostalgia è un buon esempio anche per capire quanto e come si estende l'influenza del mondo progettato. Praticamente ovunque.
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Testo riprodotto unicamente a scopo informativo.

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