Al di là del formato particolare, praticamente quadrato, tenere tra le mani Ouadrivium nel XXI secolo dà una strana sensazione, come di un libro d'altri tempi, che richiede una sorta di iniziazione per essere capito fino in fondo. Questo perché l'idea di unità del sapere che travalica le discipline è lontana dall'iperspecializzazione che caratterizza molta ricerca scientifica contemporanea. Oggi è difficile trovare uno scienziato (ma anche un intellettuale) che domini più di un campo del sapere. A ben guardare, però, la trasversalità è un elemento determinante in alcuni dei più fecondi ambiti di ricerca di oggi. come per esempio lo studio del clima o della storia evolutiva umana, dove i gruppi di ricerca tendono a essere sempre più transdisciplinari. Il primo filosofo che si occupò di teorizzare il quadrivium, allora chiamato tetraktys, fu Pitagora di Samo, che fondò la sua scuola filosofica attorno al 500 a.C. a Crotone. Il suo è stato il primo tentativo di sistematizzare l'educazione in sette ambiti fondamentali, quelle che poi verranno chiamate le sette arti liberali: grammatica, logica e retorica, che insieme costituiscono il trivium, maritmetica, geometria, armonia e astronomia, che costituiscono appunto il quadrivium. Queste ultime furono racchiuse in una sintesi mirabile in una delle opere di Platone, il Timeo, uno dei testi che influenzò maggiormente il Mysterium Cosmographicum di Keplero. Già in età classica, ma ancor più in epoca medievale, trivium e quadrivium costituivano i due livelli dell'istruzione, ponendo le prime al servizio delle seconde. Ouadrivium, curato da Keith Critchlow, si inserisce in questo filone, rinverdendo per il lettore la visione basata sull'armonica corrispondenza tra cieli e terra, tra natura e matematica, che ha attraversato il pensiero del già citato Keplero, ma anche di Avicenna e Dante. I sei volumi di cui è composta l'opera (musica e geometria sono doppi), corredati da illustrazioni d'epoca e moderne, offrono uno sguardo d'insieme sul quadrivium, riproponendo la tradizione platonica che ha caratterizzato molto del pensiero occidentale: natura e universo come riconducibili all'unità, che si intravede quando si comincia a masticare concetti come l'uno, l'armonia, il numero. È quindi necessario uscire dall'oblio dell'irrazionale per poter apprezzare la bellezza del cosmo e, per farlo gli ambiti di ricerca sono aritmetica, geometria, armonia e musica; gli strumenti quelli della ragione e, in particolare, della matematica. |