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La Liguria e il ritorno dell'emigrante
Gordiano Lupi, Mente locale, 07.04.2006
http://www.mentelocale.it/
Marino Magliani non è uno scrittore esordiente, ma è la prima volta che pubblica un romanzo con un editore medio - grande come Sironi e merita attenzione. Conosco Magliani sin dalle sue prime prove narrative (Molo Express, Prove tecniche di solitudine e soprattutto L’estate dopo Marengo), usciti per i tipi di piccole produzioni imperiesi. So del suo amore per lo scrittore di confine Francesco Biamonti, che Magliani cita nel corso del romanzo facendolo diventare una lettura del protagonista. So anche che è un ligure, pendolare per forza da una terra che ama con tutto il cuore e che sente lontana dal freddo inverno olandese. Magliani scrive della Liguria come solo può fare un ligure costretto a fare l’emigrante e la cosa più bella del romanzo è proprio questa. La rappresentazione di una Liguria che dai monti discende verso il mare, che si inerpica tra ulivi e campi coltivati a terrazza, che si riconosce nel carattere chiuso dei suoi abitanti. Gli ulivi della Liguria scoscesa e pietrosa, frastagliata dal mare e profumata di salmastro, sono protagonisti della storia più dei personaggi stessi. E non mi dite che Quattro giorni per non morire è un noir perchè non è vero, soprattutto non me lo paragonate a Carlotto (come dice Dario Voltolini) perchè Magliani (per fortuna) non ha niente a che vedere con il noir e con Carlotto. Se poi il prefatore e l’editore giocano sulle mode per vendere qualche copia in più è un altro paio di maniche. La scrittura di Magliani è sentimentale e scarna, profonda, letteraria, intensa, scava nella psicologia di un protagonista che è stato in galera, ritorna alla sua terra malato nel fisico e ha un passato da dimenticare. Sironi lancia un buon autore che meritava di essere scoperto alla non verde età di 46 anni e io che sono coetaneo non posso che tifare per lui. La buona narrativa non ha età e fa piacere vedere un editore coraggioso che scommette su una storia ben scritta e non così facilmente vendibile. Mi resta solo un dubbio che ricavo dalla lettura della biografia di Magliani: cosa può aver mai pubblicato una scrittore come lui su Maltese Narrazioni? Non lo so proprio e forse questa è la sola cosa che mi sgomenta, perché Quattro giorni per non morire è davvero Letteratura, ma di quella con la elle maiuscola. Niente a che vedere con Marco Drago.
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