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Un libro sui rischi tecnologici
Maria Chiara Montani, Gazzetta di Parma, 27.02.2006
«Le mele di Chernobyl sono buone? Certo, basta seppellire il torsolo bene in profonditą». Č la barzelletta russa, messa in circolazione dopo il disastro che ha cambiato per sempre il nostro immaginario sull'energia nucleare, che apre le danze all'ultima indagine di Giancarlo Sturloni sul rischio tecnologico («Le mele di Chernobyl sono buone» Sironi editore, 2006; 16 euro). Un libro che a partire dal racconto degli eventi che hanno condizionato il rapporto tra scienza e societą e che si stagliano nella memoria collettiva (da Bikini a Seveso, dall'Aids alla mucca pazza), fa il punto sul presente, mostrando come il governo della scienza nelle democrazie contemporanee necessiti di scelte socialmente condivise. E si conclude con un'ipotesi forte: le rappresentazioni sociali delle tecnologie svolgono la funzione di miti moderni, capaci di influenzare il dibattito sugli sviluppi di scienza e tecnologia e determinare la societą in cui vogliamo viv ere. La struttura del libro segue il doppio filo degli eventi e delle idee che hanno caratterizzato la storia dei rischi tecnologici a partire dalla seconda metą del XX secolo. Dopo un'iniziale ricostruzione cronologica l'autore si sofferma su una discussione teorica mettendo in luce solo i tratti pił significativi delle storie utilizzate: per esempio il ruolo dei saperi locali nel caso del Vajont o il carattere planetario dei rischi del riscaldamento globale e dell'influenza aviaria. L'ultima parte dell'opera, infine, ha un carattere di analisi, dove vengono esplorate le ragioni che portano all'accettazione e al rifiuto delle applicazioni tecnologiche, riconducendo i diversi atteggiamenti sul rischio alle diverse rappresentazioni sociali del rapporto tra attivitą umane e ambiente naturale.
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Testo riprodotto unicamente a scopo informativo.

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di Alan Lightman
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"L'idea fondamentale. Intervista a Fabio Toscano" di Carlo Silini, Corriere Ticino
"Il cervello geniale che valeva per due" di Giulia Villoresi, Il Venerdģ di Repubblica
"Come funzionava la testa di Leonardo" di Giovanni Caprara, Sette, Corriere della sera

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