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Luca Masali al Caffè Letterario di Crema
Vivipiacenza, 13.01.2006
Il Lago di Como è tornato di gran moda. Almeno in letteratura. E ora è lo scenario di un romanzo leggibilissimo, oltre che originale nelle varie situazioni che mette in scena. Ne è autore Luca Masali, appassionato di aeromodellismo, che ha già pubblicato libri di successo, tradotti in vari Paesi europei. In Francia, per esempio, è considerato un autore cult, pluri-recensito e pluri-intervistato da Le Monde e Le Soir. L'azione narrativa attraversa un'estate avventurosa sul ramo che Manzoni non aveva preso in considerazione, nella zona di Cadenabbia.

Siamo ai tempi del fascismo, quando il luogo era assai frequentato dai turisti stranieri, tanto che fra i personaggi principali c'è una ragazzina inglese, accompagnata da una severa bambinaia che riserverà molte sorprese ai lettori. Il titolo del libro è L'inglesina in soffitta (Sironi editore, 480 pagine), ma non si tratta dell'ospite del lussuoso albergo, bensì di una barca che sta costruendo il Marchion, un tipo strano e originale che diventa l'emblema, con il Martin Picc, l'impiccione del paese, di quelle storie di lago che hanno dato l'avvio al romanzo.

Proprio Masali è l'autore che riapre la stagione degli incontri del Caffé Letterario di Crema dopo la pausa per le feste di fine anno. L'appuntamento è per lunedì 23 gennaio, come sempre al Klejnot di via Palmieri 1 a Crema, (inizio alle 20,45 e ingresso libero). L'intervista è affidata alla giornalista cremasca Cristina Marinoni, amica personale dello scrittore, e dunque in grado di 'tirare fuori' il meglio all'ospite

E' un altro appuntamento da non perdere con il Caffé Letterario, che può continuare ad operare grazie al decisivo contributo di Fondazione Banca Popolare di Crema per il territorio, Banca Cremasca, Comitato Soci Coop di Crema, Libreria il Viaggiatore curioso di Crema, Park Hotel di Crema, Mfk di Madignano, Fapes di Sergnano, Grafiche Gm di Spino d'Adda e Invernizzi di Cornaredo. Tutti hanno deciso di rinnovare la loro collaborazione con il Caffé Letterario anche per il 2006, mopstrando un alto grado di appezzamento per l'attività dell'associazione culturale.

Masali, che con questo suo lavoro ha vinto il 'Premio Azzeccagarbugli al romanzo poliziesco' (è assegnato dai giovani imprenditori della Confindustria lombarda), dice: «Fin da piccolo ho sentito raccontare storie inverosimili, avventure in quel ramo del Lago di Como, il quale, a seconda di chi le raccontava e del contesto, tendeva a dilatarsi come un oceano infuriato, oppure diventava un gelido abisso brulicante di mostri, o ancora teatro di epiche battaglie navali tra contrabbandieri e finanzieri».

Un romanzo avvincente che non farà rimpiangere ai fan dell'autore il clima dei due precedenti lavori. Guai però a definire il suo testo un giallo di provincia. Masali commenta: «In realtà ho voluto rovesciare il concetto di giallo di provincia dove in un paesino succede qualcosa che sconvolge i paesani mettendone in luce miserie e nobiltà. Nel mio libro un fatterello di cronaca locale, ossia la morte di un barcaiolo, ben presto coinvolge i servizi segreti di mezza Europa». Ne viene fuori una storia di quelli che si fanno leggere e che ha trovato il plauso anche di scrittori milanesi come Valerio Evangelisti e Giuseppe Genna.

Nel romanzo c'è tutto questo: l'epica popolare vista nell'ottica dei ragazzini, l'avventura, la storia, la politica, il mistero, le missioni segrete, gli aerei caduti e le cassette disperse nel lago. L'abilità di Masali sta nel dosare queste dimensioni, creando una suspense continua, in un'operazione postmoderna che rende il romanzo uno dei più riusciti della stagione.

Chi li avrebbe immaginati i sottomarini (Lariosauri) nel Lago di Como? Qui ci sono, insieme con i servizi segreti inglesi e un'inedita interpretazione della scomparsa di Majorana, il fisico di cui si era occupato anche Sciascia. Masali batte con disinvoltura la strada dello spionaggio, unendola ad una tradizione molto italiana, che è quella della letteratura di lago, in questo caso del lago di Como. Come nei libri di Piero Chiara ci sono i personaggi curiosi, i bizzarri tipi locali, brandelli di dialetto, ma dietro vi è una fantasiosa storia di spionaggio, anche questa con una venatura paranoica.

Masali ambienta tutto nel 1938, anche se con qualche pesante allusione all'oggi, e rilegge in modo originale la scomparsa di Majorana, il collega di Fermi misteriosamente scomparso durante una traversata tra Palermo e Napoli. Intorno al fisico e ai suoi studi, che conterrebbero dati essenziali per arrivare alla bomba atomica, si scatena una caccia che coinvolge servizi segreti americani, inglesi oltre ovviamente ai fascisti. Il tono del libro è bizzarro, i personaggi sono molto caricati, e sembrano in parte venire dai fumetti, ma questa capacità di contaminazione non altera una spy-story che si rivela comunque capace di durezza e cattiveria, in aperto e virtuoso contrasto con la bonomia dei personaggi principali.

Ed ecco un primo contributo di Masali per gli appassionati di letteratura del caffé Letterario
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