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"Sleepwalking" di Laura Pugno
Alex Brando, gialloWeb, 19.01.2003
www.gialloweb.net
Di Laura Pugno (Roma, 1970) mi era capitato di leggere le dodici poesie contenute nell'antologia Dieci poeti italiani (2002, Pedragon). Testi molto densi e profondi, lucidi eppure pieni di metafore, e mi erano piaciuti molto. La sua voce poetica veniva fuori in modo nitido e deciso: la zona indolore del corpo, passaci con un dito sputo e acqua, tinta di noce per i capelli bruni, segna due dita sopra l’ombelico o sul punto del cuore: tutto č divorato dalle erbe, i fichi che tocchi sono fatti d’ombra Giustamente nella nota a queste poesie Plinio Perilli parla di scrittura da "sciamano del lessico".
Inutilmente, poi, avevo provato a procurarmi la sua raccolta poetica Tennis, pubblicata nel 2001 e gia' introvabile. Scomparsa del tutto.
Ora leggo i racconti di Sleepwalking: un esordio narrativo che mi ha sorpreso molto per la sua complessita' e la forte spinta innovativa. Tra l'altro voglio sottolineare che la veste grafica del libro e' bellissima - cosě come gli altri della collana Indicativo presente, ideata e curata da Giulio Mozzi - per via della copertina con la foto di Guido Guidi, dell'impaginazione, dei caratteri scelti, della carta, anche. Troppi libri vengono stampati malissimo. Per incompetenza, per fretta, o - piu' banalmente - per ridurre i costi. Senza rispetto per il povero lettore che si vede costretto a sfogliare pagine maleodoranti, appiccicose o a sforzare la vista per via dei caratteri microscopici, sbiaditi.
Le tredici storie di Laura Pugno convincono perche' sono delle visioni (come ci dice il sottotitolo) legate a una realta' in disfacimento, a una quotidianita' complicata dal sogno, dalla malattia, dalla magia. Colpiscono per via del linguaggio originale, particolarissimo, meticoloso che riesce ad avvolgere tutte le cose come una sottile e perfetta tela di ragno. Si sente dietro una mano abile che tesse e disfa in continuazione: il racconto si forma, s'allarga e poi si sfalda, sfiorisce. Forse perche' ci si protende - inutilmente - al senso ultimo delle cose, al significato della vita. Per questo i molti personaggi che s'incontrano appaiono come delle proiezioni di alcune particolari e intense percezioni, di sogni stravaganti eppure lucidissimi, d'idee vorticose che si trasformano in immagini, in visioni, in paesaggi di ghiaccio, in deserti od oasi bellissime. Personaggi che il lettore non riesce mai a identificare con esattezza, a rimettere a posto i tasselli delle loro vite e hanno sempre nomi strani, esotici, come se provenissero da mondi lontani: nel tempo, nello spazio. I protagonisti di queste storie sono sempre affascinanti, eppure misteriosi, inafferrabili.
L'impianto narrativo del libro e' molto robusto, le vicende narrate sono facce diverse di uno stesso mondo, cucite insieme da una prosa immaginifica, poetica, sonnambulesca, allucinata, come tutte le storie qui raccolte. La prosa elaboratissima - con dei periodi a volte lunghi, con parecchie subordinate - sconvolge e rinnova la sintassi. Forse i contorni di questi racconti restano troppo sfumati, si', e alla fine qualcosa sfugge, qualcosa resta irrisolto, incompiuto. Eppure non si resta insoddisfatti, non viene la voglia di saperne di piu' perche' questa incompiutezza vien fuori in modo naturale dall’intreccio stesso, dalla fusione (o dal contrasto) sonno-veglia, realtŕ-sogno, dal fatto che queste storie sono delle rivelazioni e non dei documenti: Quella notte, Marco sogna come sempre la stessa cosa, un bambino che si perde nel bosco e che viene cresciuto dalle bestie fino alla puberta'. La creatura del sogno non gli somiglia, cerca di sfuggirgli, pensa che da lui possa venirle un male. Questa volta, nel sogno di questa notte, e' una bambina cresciuta dalle bestie, ha i capelli aggrovigliati e sporchi, i capezzoli che gia' si stanno sviluppando.
I racconti di Sleepwalking sono affascinanti e magici, ma non facili. E' impossibile leggerli di corsa: c'e' il rischio di restare sotto le macerie di citta' in disfacimento, piene di pericoli, stranezze e ostacoli. Di perdersi nei labirinti di civilta' che sembrano appartenere a un futuro spaventoso, in crisi profonda, a una Terra impoverita, malata.
Il risultato finale - considerando i tredici racconti nel loro insieme - č assai buono, sorprendente. Per via della forte novita' che il libro rappresenta, per la poeticita' e profondita' dell'immaginazione, anche per il tono aspro di alcuni passaggi. Per le tante, intense e forti emozioni che le storie visionarie di Laura Pugno suscitano nel lettore.
Nota bibliografica: Laura Pugno e' nata nel 1970 a Roma, dove vive e lavora. Suoi testi poetici sono apparsi in numerose riviste e in raccolte collettive (L’opera comune, Atelier 1999, Dieci poeti italiani Pendragon 2002). Ha tradotto saggi e opere narrative dall’inglese e dal francese. 2002 Sleepwalking (Sironi) 2001 Tennis (Nuova Magenta Editrice)
Roma, 19 gennaio 2003
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Testo riprodotto unicamente a scopo informativo.

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