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Nell’anno celtico si scopre che l’uomo non è sceso sulla Luna
Sergio Pent, La Stampa, 29.01.2005
Lo stato dell’unione” di Tullio Avoledo, scrittore politico e realistico: nel nord-Est padano la costruzione di un evento mediatico tanto assurdo quanto credibile fa capire come la verità sia più che mai un’invenzione di chi detiene il potere
Se è lecito il paragone, ci si accosta ai romanzoni di Tullio Avoledo- ormai i suoi trucchi sono ampiamente scoperti - come lo spettatore televisivo anni Sessanta si disponeva ad ascoltare le verbosissime barzellette di Walter Chiari: uno sproloquio interminabile, complesso, dettagliato, in preparazione della folgorante battuta finale. E lo spettatore rideva, ma rideva fin da subito perché a quell punto la sorpresina dell'epilogo era irrilevante ai fini dello spettacolo, che metteva in evidenza la maestria assoluta dell'intrattenitore perfetto.
Le storie di Avoledo - l'abbiamo già sottolineato in precedenti occasioni - sono quanto di più coinvolgente e strutturalmente miracoloso si possa leggere nella nostra narrativa. Avoledo detiene il potere assoluto su dialoghi e personaggi, sulle situazioni e le analisi sociali contemporanee proiettate in un futuro che è appena oltre il calendario del presente, ma che si manifesta come lo specchio piuttosto traumatizzante della nostra realtà. Avoledo mostra cosa siamo diventati - superficiali, egoisti, razzisti e qualunquisti – senza mai dare l'impressione di eccederenelle caratterizzazioni: i suoi personaggi sono uomini e donne qualunque che vivono sfruttando l'intelligenza per scopi essenzialmente venali, disposti a tutto pur di occupare un posto al sole nel caos di questa società a misura di spot ininterrotto.
Ma un dubbio serpeggia sempre, l'impressione che "Qualcosa" si muova al di sopra di queste semplificazioni dell' homo postsapiens aleggia sulla pagina fino all'ultimo, quando l'autore scopre le carte e, in maniera non sempre convincente, ci dimostra che siamo le pedine di un gioco universale assoluto.
Anche in questo terzo romanzo, Lo stato dell'unione , Avoledo svolge egregiamente la funzione preparatoria al colpo di scena finale, ma qui - finalmente – il gioco risulta completo e più che mai condivisibile, pur nella sua deriva fantasmatica. La società che ci viene presentata la conosciamo bene: in tempi di federalismi forzati e secessioni minacciate contro i "barbari" di Roma, non ci stupisce più di tanto che il famoso pubblicitario in crisi Alberto Mendini venga contattato dall'assessore alla cultura della Regione - immaginiamo un nordest padano neanche tanto occultato dalla finzione - per preparare, in grande stile, «l'Anno dell' Identità Celtica». I soldi a disposizione sono davvero tanti - vengono i brividi pensando a quante follie vengono effettuate con le nostre tasche - e Mendini, esiliato dalla professione per una causa che scopriremo alla distanza, accetta al volo la proposta, trovandosi a lavorare con una Squadra di funzionari volenterosima ambigui. C'è qualcosa di strano sotto la volontà di recuperare un'identità regionale forse mai esistita, e Mendini comincia a subodorare manovre oscure dopo l'incontro con Hans Albert Mayer, il governatore ariano e razzista di una piccola regione austriaca…
L'assunto della vicenda è questo, calato in una realtà piuttosto assurda che ben conosciamo, fatta di esaltazioni locali a volte molto pericolose. L'abilità di Avoledo è quella di saper creare, all'interno del solito, precisissimo congegno della quotidianità lavorativa e privata, una tensione che questa volta si sviluppa in tragedia, fino all'inevitabile, dolorosa sorpresa finale con catastrofe annessa. Ma intanto abbiamo percorso a spron battuto la costruzione di un evento mediatico tanto assurdo quanto credibile, che ci fa capire come la verità sia più che mai un'invenzionedi chi detiene il potere. Tanti, perfetti e ben caratterizzati,i personaggi del romanzo: uno su tutti, l'ex astronauta Neil Cassidy - nome fittizio, ovvio - che ci dimostra con precisione scientifica qualcosa che, in fondo, molti di noi sospettano da sempre: lo sbarco americano sulla Luna non è mai avvenuto.Per ogni ulteriore chiarimento si legga il romanzo, dobbiamo dire a questo punto, avendone grattato solo la superficie. Con un avvertimento: tutto quello che leggerete non è vero, ma potrebbe esserlo, e non è una bella visione di ciò che rischiamo di diventare, con le nostre ambizioni da puffi in un mondo di giganti d'acciaio.
Avoledo ha scritto il romanzo più attuale, analitico - e godibile- di questi tempi recenti, dimostrando che lo scrittore politico e realistico intravisto in precedenza sta venendo fuori, alla grande.
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Testo riprodotto unicamente a scopo informativo.

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