Giancarlo De Cataldo, La gazzetta del mezzogiorno, 12.12.2004
Calcio Nella societą letteraria si sostiene che non attiri i lettori: questione di stile e di incompatibilitą di audience. Piaceva a un genio come Carmelo Bene. Lo praticava assiduamente Pier Paolo Pasolini. E proprio da una partita surreale fra la troupe di PPP e quella di Bernardo Bertolucci nasce questo affresco epico, torrenziale, destrutturato e avvincente del parmensa (pordenonese di adozione) Alberto Garlini. Blocchi di biografia del poeta pił amato e controverso del secolo trascorso; la carriera fulminante di un angelo del pallone, ballerino palla al piede, benedetto da un Dio bizzarro e maledetto dalla mediocritądei tempi; le ossessioni e la purezza di un killer neofascista che ricorda assai da vicino il camerata Vinciguerra, volontario ergastolano; il viaggio iniziatico del piccolo Alberto che fugge da casa per assistere alla finale del Mundial dell82. E poi le brumedella bassa e la durezza del Friuli e la mollezza rassegnata e sorniona di Roma e tanti altri risvolti spietati, patetici, sorprendenti.
Come la vita. Un gran libro.
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