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Insalate di nozioni e ironia per capire la matematica |
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Sara Re, L'Unione Sarda, 15.07.2004 |
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Un libro di Robert Ghattas dedicato a tutti quelli che non vogliono più sentir parlare di numeri e aritmetica |
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Dedicato a tutti quelli che sulla matematica ci
hanno messo una pietra, che non vogliono più
sentirne parlare, perchè i 4 sonanti presi a
scuola bruciano ancora e a far di conto alla
fine ci pensa la calcolatrice. Ma anche a
coloro che ancora ne sono affascinati e hanno
voglia di capirci qualcosa in maniera divertente.
A tutti, insomma, Robert Ghattas dedica il
suo Insalate di matematica (Sironi Editore,
2004), un titolo culinario che invita all’assaggio
di “sette buffet, ognuno intitolato a un
aspetto della vita quotidiana, tra i quali passeggiare
senz’ordine.”
E allora bando a farraginose spiegazioni su
teoremi, grafici, equazioni di secondo grado,
limiti. Forse basterebbe trovare un nuovo
approccio per studiare e capire la matematica:
si parte dalle cose semplici, dall’esperienza
quotidiana e da eventi comuni, per arrivare a
conoscere qualcosa di più sull’infinito mondo
dei numeri. Ed ecco che la geometria dei taxi
ci aiuterà a individuare la via più breve per
collegare due punti, ciambella e caffè ci introdurranno
ai misteri della topologia, mentre
useremo la sincerità – niente di meno – per
riflettere sul rapporto fra i numeri e la loro
rappresentazione. La scoperta più grande,
però, è forse quella che «anche i matematici
hanno un cuore: lo chiamano cardioide. La
sua definizione non fa rima con amore, ma
chissà, forse ha anch’essa la sua poesia».
Uno
degli scopi dell’autore, infatti, è quello di
toglierci dall’illusione che sia tutto così rigoroso
o scientifico in questa disciplina, legato a
un ferreo determinismo che non risente per
nulla del caos del mondo. Tutt’altro.
A sentire Ghattas, come in tutte le cose,
anche in questa il caso ci mette la sua. Come?
Chiedetelo a Newton, che se non gli fosse
caduta in testa la famosa mela saremmo
ancora qui a chiederci perché in Australia non
camminano a testa in giù! O a Cartesio, che
riuscì a elaborare le tanto sospirate coordinate
che portano il suo nome su suggerimento di
una mosca che volava nella sua stanza in una
notte di insonnia. In queste insalate,
insomma, gli ingredienti sono vari: nozioni e
ironia, apprendimento e gioco, passione e diffidenza.
Ma se siete animati soprattutto da
quest’ultima che cosa vi può spingere ad
aprire la prima pagina? Se lo chiede anche
l’autore, perché i migliori libri che ha letto – a
suo dire – non parlavano di matematica. Ma
la vita è strana e ci si affeziona alle cose
«secondo logiche non sempre chiare ai nostri
occhi». È ciò che è successo a lui e che può
accadere anche a noi. Basta seguire le sue
indicazioni: «Queste Insalate non hanno un
prima o un dopo, così che potrete leggerle
senza segnalibro, in un verso ogni volta differente.
Aprite a caso e assaggiatele così,
casualmente, come casuali sono stati gli
incontri qui narrati; leggetele sull’autobus
oppure – perché no – in bagno». Buon appetito. |
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