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Le svolte di Nelli: se mio marito ora si chiama Francesca
Giovanni Tesio, La Stampa - Tuttolibri, 12.06.2004
www.lastampa.it
Tre racconti in «io». Tre racconti in prima persona per Paolo Nelli. Brianzolo d'origine e londinese di residenza, nato nel fatidico '68 e dunque particolarmente legato al senso di quel discrimine generazionale, Nelli è qui alla sua terza prova con Mio marito Francesca, titolo curioso e spiazzante, che è anche il titolo del racconto inaugurale. Tre voci che parlano e che inscenano tre monologhi o soliloqui o pseudosoliloqui riversando sul lettore-spettatore tutta la disparata (e anche un po' disperata) zavorra di tre vite vissute come una vita sola, straordinariamente normale. Tre casi, insomma, che racchiudono il senso di una trilogia a suo modo esemplare: diversa di figure e svolgimento, ma unica di senso e direzione. Se insisto sulla parola «voci» è per sottolineare il carattere della scrittura di Nelli, che persegue i tratti di un'oralità compulsiva (la «tanta zavorra da scaricare» di cui parla appunto la prima voce). Una scrittura in cerca di una mimesi non d'ordine realistico, ma ritmico. Una scrittura che definirei di tipo orizzontale, monotona e granulosa, omologa ma non anonima (per ognuno dei protagonisti molti tic verbali, segnali discorsivi, assunzione disinvolta di parole usuali e colloquiali).
In tutt'e tre i racconti accade un evento che fa svolta (non importa narrativamente dove: perché nel primo sta a metà, nel secondo aleggia da subito ma si rivela al fondo, nel terzo è subito dichiarato ma matura in un crescendo ben orchestrato). Nel primo c'è un cambio di sesso che ha un evidente valore emblematico. Nel secondo una trovata più esteriore che ha un amaro sapore di parabola morale. Nel terzo un lento precipizio che attrae come una necessità. Di tutti, il primo è il più sorprendente, il secondo il più prevedibile, il terzo il più articolato e anche il più riuscito. Nel primo una donna che fu già uomo parla del suo ménage con un uomo che fu già donna e rievoca i tempi e i modi di una mutazione che coinvolge un'altra coppia di amici, un figlio attratto dagli idoli dei nuovi consumi, i sogni di tutta una generazione, un passato di utopie e rivolgimenti controculturali contro un presente fallimentare, una grande abbuffata che si è trasformata in «grande buffonata». Nel secondo un uomo di grande successo televisivo, animato da una presuntuosa saggezza di vita, tutto avvitato intorno ad un ego ipertrofico che si scandisce per definizioni, comparazioni, accensioni metaforiche insopportabilmente modulate, parla dei suoi «cinque» matrimoni e della sua esperienza di vita con incontinente sicumera. Nel terzo la proprietaria di un negozio di abbigliamento londinese racconta come sia stata attratta dentro l'orbita di un fascino diabolico. Presa da un commesso di bellezza folgorante e indifferente, «un efebo contemporaneo catapultato dall'America per il suo viaggio in Europa», la donna coltiva il desiderio e il sogno di un incontro assoluto che non riesce a darsi se non nella forma di un mattatoio a suo modo sacrificale.
Con i tre racconti del suo terzo libro - gremitissimo - Paolo Nelli disegna la mappa di un'inquietudine esistenziale che nella fluida identità del presente si ostina ad andare in cerca d'una nostalgia di destino. Pescando nei grovigli di un'identità faticosa e inquieta, i tre racconti non mancano di umorismo (in senso pirandelliano) né tanto meno di ironia. Ma il comico cui indulgono le parole del risvolto proprio non ce lo trovo. Ancor meno l'«appagante felicità» che vi farebbe capolino.
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Testo riprodotto unicamente a scopo informativo.

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