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Se parla il busto di Lenin
Paolo Patria, Il Resto del Carlino – Reggio Emilia, 21.04.2004
Il busto di Lenin č il nuovo romanzo di Giuseppe Caliceti, da oggi in libreria (Sironi Editore, euro 12,50). Storia di cinque pensionati emiliani che mentre il comunismo si sgretola, si stringono attorno al busto di Lenin di Cavriago. Un romanzo con molti richiami alla storia di Bruno Ferrari, il mitico custode del busto, e dei suoi amici di Cavriago.
Č la storia di un ideale sconfitto o del valore degli ideali? "A me interessava raccontare una storia bella, e secondo me questa di Cavriago č una storia bella, che mi ha commosso. Non volevo fare un romanzo storico, ma un romanzo politico-sentimentale. Ma alcuni ideali, in questa fine di un'epoca, secondo me si salvano e sono i germi di quello che adesso chiamiamo no-global, della sinistra di adesso. Come nell'idea della moralitą nella politica, di lotta per un mondo migliore".
Una storia che racconta gli anni tra il 1989 e il 1991, con molte citazioni storiche. "C'č il dono del busto di Lenin col gemellaggio con Bendery nel 1971 e colpisce perché la stessa Dc di cavriago si diceva favorevole e vedeva in Lenin un simbolo positivo".
Sono gli anni in cui il partito comunista cambia nome. "Una cosa che emerge dai personaggi – dice Caliceti – č di non vergognarsi della propria storia". Caliceti ha conosciuto Ferrari. "E' stato per caso: quando č uscita "Fonderia Italghisa", nel 1996, una troupe Rai č venuta a fare un servizio e io li ho portati al busto di Lenin. Avevo gią allora fantasticato di scrivere la loro storia, mi sembrava quasi dovuto a queste persone per il loro calore, simpatia, sinceritą assoluta".
Chi era Bruno Ferrari?
"Un carattere molto emiliano, un bastian contrario, combattivo e cavriaghino, ma con intuizioni e una devozione a degli ideali che erano abbastanza universali". Caliceti ricorda quando Ferrari aveva comperato una polaroid e fotografava i bambini all'uscita delle scuole per poi pesare le loro cartelle. E come insisteva a mandare i ragazzi a Mathausen". Ma il busto di Lenin parla nel libro? "Il custode lo sente parlare una volta, come il crocefisso di don Camillo. Lenin gli dice: "Scusa, Libero, i cattolici sentono la voce di dio e non si considerano pazzi, tu non vuoi sentire la voce di Lenin?".
Cosa significa voler conservare il busto di Lenin?
"Non č solo un'idea nostalgica, ma significa affermare che la loro era un'esperienza di tipo civile molto diversa da quella della Russia. Nella scena finale del romanzo, che cita una festa vera, quando il 31 Dicembre 1991 al Cremlino si ammaina la bandiera rossa, a Cavriago la fanno salire in cielo".
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Testo riprodotto unicamente a scopo informativo.

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