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Giuseppe Caliceti: "Il mio di@rio zibaldone"
Lara Ferrari, Ultime Notizie, 29.04.2002
Martedì 30 aprile esce in libreria "Pubblico/Privato 0.1", il nuovo volume dello scrittore reggiano. Il libro pubblicato da Sironi Editore. "E' senza dubbio la mia opera più autobiografica. La figura di mio padre è stato il punto di partenza. Un mosaico composto di tante tessere, tanti frammenti: articoli, corrispondenze e-mail, conversazioni con i bambini, fotografie e vignette".
E' nato il genere letterario che va sotto il nome di Diario collettivo on-line. Il suo esponente? Giuseppe Caliceti. E' fresco di stampa il nuovo libro dello scrittore reggiano, "Pubblico/Privato 0.1" pubblicato da Sironi Editore nella collana "Indicativo presente", curata da Giulio Mozzi. Il volume uscirà in libreria martedì 30 Aprile e si preannuncia già come un piccolo caso nel panorama attuale dell'editoria italiana. Sembra un diario, ma non lo è del tutto, sembra un romanzo, ma non è esattamente questa definizione.

Ma allora che cos'è? L'abbiamo chiesto all'autore. "Io lo chiamerei il mio Zibaldone. E' anche un diario, perché in certe parti ho svelato me stesso, il mio privato. Ma ci sono capitoli che riprendono i miei dialoghi on line con i lettori di Emilianet, perciò possiamo parlare anche di diario interattivo. E' senza dubbio il libro più autobiografico che ho fatto e quello che descrive più di ogni altro la mia città, Reggio Emilia. Perfino di più di "Fonderia Italghisa".

Come è strutturato il libro? "E' un volume composto da tante tessere, come un mosaico. Vi trovano posto le corrispondenze che curo via email con i miei lettori di Emilianet, la narrazione dei miei ultimi 18 mesi di vita, le citazioni di altri autori, gli articoli che ho fatto per varie testate, nazionali e locali, tra cui "Ultime notizie" e la "Gazzetta di Reggio". Ma ho inserito anche i verbali delle conversazioni con i bambini, che derivano dal mio mestiere di insegnante elementare, le foto di persone importanti nella mia vita, come mio padre, ma anche Edoardo Sanguineti, ripreso mentre balla in Fonderia, Corrado Costa, mia madre, mio fratello. C'è anche un'intera sezione di vignette. Il risultato è molto atipico. Ed è proprio questo, credo, che è piaciuto ai tipi di Sironi".

Che parte occupa nel libro suo padre? "Tutto ha preso le mosse e ruota intorno alla sua figura. Mio padre è morto nel settembre del 2001, falciato da un trattore che gli ha schiacciato la cassa toracica. La morte di un padre è un passaggio nodale dell'esistenza. Fra le pagine racconto anche della solitudine di mia madre. Ricordo che mio papà era andato in bicicletta, l'anno scorso, a Roma, per festeggiare l'Anno Santo"

Immaginiamo che la gestazione del libro sia stata molto laboriosa. "No, a dire il vero. Perché mi sono servito di frammenti. Il frammento è l'ideale per descrivere la realtà che vivo dentro di me. Dentro alle pagine ho davvero infilato di tutto. Dai film che ho visto al lavoro con i ragazzi di Baobab, il laboratorio di scrittura creativa. Poi ci sono i miei commenti in appendice all'ultima edizione di Ricercare, la marcia della pace ad Assisi a cui ho partecipato e l'articolo sui fatti del G8 di Genova che ho scritto per L'Unità si intitola Cortocircuiti ed è stato pubblicato anche in "Sololimoni", il periodico del centro sociale Leoncavallo".

Scorrendo il libro si trovano dei curiosi soprannomi. Puoi spiegare? "Sì, è un gioco che faccio con Nicola Fangareggi, il direttore di Emilianet, da me battezzato Capitan Fango, e Daniele Castagnetti, che diventa Nostromo. Io sono Calice, Calix, Calli o Giù, seguendo la fervida fantasia dei miei amici. Ma prima di tutto io sono il timoniere. La mia casa è un meteorite domestico da cui spedisco all'astonave Emilianet i miei dispacci. Loro li inoltrano in tutta la galassia".

Guardando il libro salta agli occhi la grafica diversa a seconda dei temi trattati. "E' un'idea mia, che ho passato alla fantastica editor Paola Borgonovo. C'è una visualizzazione grafica diversa a seconda dei tipi di materiale"

Perché quel sottotitolo, "scrittore inattivo?" "L'ho scelto perché per me l'insegnamento è il lavoro vero, mentre scrivere un diario è un momento mio, a cui mi dedico per tre o quattro volte durante la giornata. Autori famosi dicono che il diario è la fucina di idee di uno scrittore. Per me il diario è la palestra per la mente e per i polpastrelli".

Le foto presenti su "Ultime Notizie", parti di quelle che compaiono sul libro, ci sono state gentilmente concesse dall'autore.

(da emilianet.it)
Note dello Scrittore Inattivo all'Articolo:

1. Mio padre è morto nel 2000.
2. Il libro "Sololimoni" è pubblicato dalla casa editrice "Shake" che fa riferimento al "Leoncavallo" ma che non è la sua rivista.
Tutti i diritti degli articoli della rassegna stampa di sironieditore.it di proprietà dei rispettivi autori/testate/siti.
Testo riprodotto unicamente a scopo informativo.

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