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Nuovi autori italiani: Tullio Avoledo Mare di Bering
Grazia Casagrande, Café letterario di Alice.it, 05.12.2003
Cafeletterario.it
"Questa casa è un rifugio, un grembo, una nicchia sicura nel flusso del tempo che altrimenti mi levigherebbe come un ciottolo, giorno per giorno, secondo dopo secondo in una corrente uguale e inutile."
Quanto interesse suscita una seconda opera dopo un esordio di straordinario successo e come spinge alla severità nel giudizio! Infatti non appena uscito questo romanzo di Avoledo ha creato intorno a sé una evidente curiosità. Leggendolo si può subito notare come ci siano dei punti di continuità, ma anche molte novità rispetto a L'elenco telefonico di Atlantide un'opera prima entrata rapidamente nelle classifiche dei libri più venduti e tale da incoronare il suo autore come "grande outsider" della letteratura italiana. Continuità nell'uso dell'ironia, nel presentare eventi apparentemente insensati mescolati in uno straordinario carosello a fatti "normali", il caso, o se si vuole la "pazzia", come componente della vita quotidiana. Anche il corrispondente vorticoso intreccio di vicende, ben dominato anche in questa occasione dall'autore, riprende un motivo caratteristico del precedente romanzo, cioè la complessità della realtà proposta al lettore sotto personaggi o situazioni estremamente varie. Elemento di novità è la scelta temporale che fa supporre un vago futuro che si intreccia ancora con l'oggi senza però riprodurlo. I personaggi forse sono, in quest'ultima prova, più paradossali o paradigmatici, sicuramente più estremi. Dietro all'elemento fantastico appare chiaramente la realtà ("la società è la loro vera protagonista" ci ha detto l'autore parlando dei suoi romanzi): un Nordest contraddittorio e corrotto, eticamente debole e culturalmente povero pur in una ricchezza e in una modernità esibite ("un tessuto molle, lacerato, peraltro capace a volte di imprevedibili sussulti di dignità"). Certamente in questa visione pessimistica si aprono degli spiragli positivi ("Mika, Amanda e gli altri cercano di fare qualcosa di buono") e la stessa immagine finale del bimbetto che raccoglie la tartaruga contrasta in modo emblematico con l'apocalisse preannunciata poche righe prima.
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Testo riprodotto unicamente a scopo informativo.

L'universo accidentale
di Alan Lightman
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"L'idea fondamentale. Intervista a Fabio Toscano" di Carlo Silini, Corriere Ticino
"Il cervello geniale che valeva per due" di Giulia Villoresi, Il Venerdì di Repubblica
"Come funzionava la testa di Leonardo" di Giovanni Caprara, Sette, Corriere della sera

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