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Libreria il Pavone nero: Non è il paradiso
Vincenzo Aiello, Campaniasuweb, 28.11.2003
Campaniasuweb.it
Presso la libreria “Il Pavone nero” c’è stata l’attesa presentazione ufficiale del nuovo testo di Antonella Cilento “Non è il paradiso” (Sironi editrice, collana Indicativo presente) che ha suscitato un bailamme di dichiarazioni polemiche e che ha scosso l’asfittica vita culturale cittadina. L’evento in collaborazione con Evelina Pavone è stato organizzato dall’associazione culturale Lo cunto. Accanto all’autrice il critico letterario Generoso Picone che ha cercato di delineare con un’analisi puntigliosa, struttura, sostanza, ascendenze culturali del testo. "Il libro di Antonella Cilento è un’opera importante perché con un tono di durezza ma anche con profondo amore scandaglia i costumi ed i riti della variegata vita politica cittadina denunciandone i sofismi e le ipocrisie: in questo libro l’autrice – una delle coccolate di Casa Guanda – esce dall’ambiguità e guarda in faccia la sua realtà senza infingimenti e seccamente. Gli ascendenti letterari sono abbastanza evidenti: la Ortese del Mare non bagna Napoli e l’Antonio Franchini de L’abusivo storia di Giancarlo Siani il giornalista de Il Mattino ucciso per reato di scrittura… Altri echi letterari fanno pensare agli esami di coscienza – che forse si fanno solo da giovani – del Roberto Serra, ed in alcuni frangenti si pensa al Bianciardi de Il lavoro culturale. La forma è quella della narrazione che utilizza anche il pamphlet giornalistico ed in questo modo l’autrice contiene la sua realtà facendo a volte anche i nomi delle persone coinvolte; ed altre volte no. Il rischio che corre questo testo? Quello di essere esso stesso capitolo finale del teatrino che si intende svelare: si sa che gli intellettuali in questa città quando hanno gridato – soprattutto in gruppo – poi sono stati cooptati dall’establishment politico. Gli effetti positivi del testo? Che si apra un dibattito sul tema che giunga ad effetti positivi sulla realtà additata…". La Cilento ha risposto all’analisi di Picone ricordando come la sua vocazione alla scrittura sia maturata dalla lettura alle medie del primo racconto contenuto nel Mare della Ortese. "In quella bambina che si toglie gli occhiali per sbirciare “la commedia umana” mi sono subito riconosciuta ma solo sulla soglia dei trent’anni dopo una proposta fattami da Giulio Mozzi – direttore editoriale della collana della Sironi – ho deciso di scrivere questo testo ibrido nelle forme ma non nel contenuto: e forse mi sono liberata di quella che era una necessità di dire determinate cose che ho tenuto serbata per anni. Io sono una napoletana sui generis ma voglio restare in questa città per cambiare".
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Testo riprodotto unicamente a scopo informativo.

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