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"Non è il Paradiso": il libro-inchiesta di Antonella Cilento
Francesca Stefania Ferrara, Unità on line, 31.10.2003
www.unita.it
Due personaggi biblici presi "a prestito": Eva, alter ego della scrittrice e Riavulone, il diavolo che incarna tutti i difetti comportamentali e mentali del popolo napoletano, per la recentissima opera di Antonella Cilento edita dalla Sironi. "Non è il Paradiso" è un titolo che afferma, nella sua negazione, che non è neanche l’inferno di cui si parla ‘altrove’, quell’altrove in cui si identificano le terre non napoletane e non meridionali fatte di luoghi comuni e frasi scontate quando si tratta di mettersi in bocca la città di Pulcinella. Gli alter ego per dichiarare la delusione di una disorganizzazione continua e macrologistica nelle stanze dove si dovrebbe far cultura e non se ne fa. Un libro-inchiesta scritto con i toni della favola, per divulgare e denunciare una volta e per tutte, attraverso la propria esperienza personale, il malcontento non solo personale ma di una buona fetta di elementi propositivi, produttivi, creativi e promotori di iniziative che darebbero un nuovo look alla città e che invece, puntualmente vengono stroncati, costringendoli ad andare via, ad apportare il loro contributo lontano dalla città natia. Un libro che fa polemica e la deve fare. Un libro-coraggio che fa nomi e cognomi senza timore alcuno dato che i fatti testimoniano la realtà. Un libro che nasce senza intenzione alcuna di inveire contro qualcuno o qualcosa ma solo di dire la sua e di affermare a caratteri cubitali:”Signori, così stanno le cose!”. Riavulone, per tutto il tempo del suo incontro con l’autrice-personaggio, cercherà in tutti i modi di dissuaderla dall’essere una portatrice di cultura, di iniziative culturali produttive e innovative e di adattarsi alla ‘tradizione’: accontentarsi del mare, del sole, degli spaghetti, della mozzarella e del caffè.

Tutto il libro si presta ad una rappresentazione teatrale: i dialoghi sono comici e malinconici al contempo, prettamente in dialetto napoletano. Le parole scivolano su uno scenario abbandonato dal popolo e dalle amministrazioni locali. I fatti denunciano da sé la triste realtà. L’obiettività nel riportare fatti ed eventi è massima. Il lettore attento può rispecchiarsi tranquillamente. Un’opera adatta a tutti coloro che sono ‘napoletani-napoletani’, cioè amanti delle tradizioni del ‘dolce far niente’, il che non è un’offesa ma una consuetudine adibita a tradizione negli strati sociali della popolazione; adatto ai ‘napoletani’, coloro che sono nati nella terra partenopea e che non hanno aderito a questo kit comportamentale; adatto agli ‘stranieri’, coloro che non sono né napoletani e né campani e se vogliono conoscere un po’ di più la vecchia capitale del Sud, possono farlo non solo attraverso i labirinti della città ma anche attraverso i corridoi stretti e tortuosi descritti in questo testo-verità.
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Testo riprodotto unicamente a scopo informativo.

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