Vuoi registrarti oppure effettuare il tuo login? Clicca qui
Home
Il catalogo completo
Libri in arrivo
Le recensioni
indicativo presente
Questo e altri mondi
Galápagos
Fuori collana
Spore
I ferri del mestiere
La scienza in tasca
Semi di zucca
Elvis Riboldi
Cerca nel sito
Mailing list
Scrivici
Area utenti
English 
Acquistare online
F.A.Q. tecniche
Condizioni generali
Foreign rights
Il primo Ogm
Mauro Cappelli, Galileo, 13.11.2003
Galileo
Si fa un gran parlare dei cibi geneticamente modificati. Ma ogni serio tentativo di dibattito lascia presto il campo alla polemica più astiosa tra chi ne sostiene la messa in commercio in virtù delle potenziali qualità innovative e chi ne chiede la messa al bando per gli eventuali effetti nocivi sul nostro ecosistema. Ma nonostante l'argomento sembri ormai logoro, non sono passati che dieci anni da quando il primo prodotto alimentare Ogm ha fatto la sua comparsa sui banconi dei supermercati. Era il 21 maggio 1994 quando il Flavr Savr, pomodoro biotech progettato (è il caso di dire) dalla californiana Calgene, si presentò sul mercato americano. Obiettivo: conquistare la maggioranza dei consumatori, stufi di mangiare ortaggi sia pure naturali, ma assolutamente privi di quel gusto che solo gli ortaggi lasciati a maturare sui campi potevano garantire. I pomodori non trattati geneticamente sono infatti raccolti ancora verdi e costretti a una maturazione artificiale che li rende insipidi ma che consente loro di superare lo stress dei vari passaggi cui sono sottoposti, mantenendo quella consistenza che ne assicura la commerciabilità anche in aree geografiche distanti dal luogo di produzione. Partendo da questa semplice constatazione la Calgene decise di modificare un gene coinvolto nel processo di maturazione della frutta. Che, così modificato, inibiva la produzione di un enzima implicato nella regolazione della durata dei pomodori maturi. In realtà il giorno del lancio del prodotto sul mercato, oltre che un punto di partenza per un nuovo modo di produzione agroalimentare, è stato il punto di arrivo di una lunga battaglia condotta da due mondi mai completamente pacificati: la ricerca scientifica e quella industriale. A raccontarci l'appassionante storia che sta dietro questo evento è uno dei protagonisti della creazione del Flavr Savr. Belinda Martineau, autrice del libro, è stata infatti tra i responsabili del progetto del pomodoro ingegnerizzato fin dagli inizi, quando la Calgene non era che una ambiziosa start-up biotecnologica di Davis (California) che coltivava il sogno di brevettare il primo prodotto biotech al mondo. L'autrice ci guida attraverso le varie fasi del suo lavoro alla Calgene con uno stile narrativo meticoloso, timoroso di non farsi sfuggire alcun dettaglio scientifico, ma senza tralasciare gli aspetti della vicenda extrascientifica. Ciò che colpisce positivamente è come l'azienda californiana si sia sottoposta spontaneamente al processo di certificazione della sicurezza per il primo prodotto geneticamente modificato, accumulando così ritardi commerciali che le saranno, insieme agli errori strategici del gruppo dirigente, praticamente fatali (la Calgene è stata poi assorbita dalla multinazionale Monsanto nel 1997). Magra consolazione la vittoria finale nella battaglia regolativa e il riconoscimento da parte dell'Agenzia americana di regolamentazione della sostanziale equivalenza del suo prodotto Ogm con quelli naturali. La ricercatrice ripercorre il suo pionieristico viaggio senza dimenticare di annotare, accanto agli entusiastici successi, anche gli inevitabili insuccessi che sempre accompagnano il lavoro di ricerca, così come le incomprensioni con chi tra i dirigenti manifestava puri interessi commerciali e la positiva azione di pungolo svolta dalle associazioni ambientaliste più serie. Ne esce fuori un quadro in cui risulta ben dipinta la crescita di una piccola azienda che fa ricerca industriale di alto livello ma che improvvisamente si ritrova tra le mani un prodotto potenzialmente rivoluzionario, che la costringe a ripensare il suo stesso assetto e a smarrirsi dietro velleitari progetti commerciali. Il libro si pone quindi in modo equamente critico all'interno del dibattito fra chi sostiene e chi avversa le biotecnologie in modo incondizionato, colmando così quel vuoto comunicativo fra scienza e pubblico che sempre viene a crearsi di fronte a problemi che investono la sicurezza dei consumatori.
Tutti i diritti degli articoli della rassegna stampa di sironieditore.it di proprietà dei rispettivi autori/testate/siti.
Testo riprodotto unicamente a scopo informativo.

L'universo accidentale
di Alan Lightman
Galápagos
"L'idea fondamentale. Intervista a Fabio Toscano" di Carlo Silini, Corriere Ticino
"Il cervello geniale che valeva per due" di Giulia Villoresi, Il Venerdì di Repubblica
"Come funzionava la testa di Leonardo" di Giovanni Caprara, Sette, Corriere della sera

Sironi Editore è un marchio di Alpha Test s.r.l.
viale Cassala 22 - 20143 Milano
tel. 02-58.45.981 - fax 02-58.45.98.96
C.F./P.IVA: 08317940966
R.E.A. MI 2017255
Cap. Soc. € 146.093,57 int. vers.