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Pubblico/Privato 0.1 |
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Piersandro Pallavicini, Pulp, 29.07.2002 |
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Pubblico/Privato 0.1 |
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Caliceti lo conosciamo soprattutto per i due importanti romanzi "Fonderia Italghisa" e "Battito animale", che davvero contano qualcosa nella narrativa italiana più "avanti" di questi ultimi 5-10 anni. Ma il bravo scrittore (e poeta) reggiano non si ferma certo lì, e ha al suo attivo una vasta produzione poetica e, per così dire, sociologico-saggistica. In più, tiene una rubrica "Pubblico/Privato" nel sito www.emilianet.it. Di che si tratta? Di una sorta di diario in pubblico, quotidiano, dove racconta e commenta tutto ciò che gli accade, dal privatissimo (fatti suoi e della sua famiglia) al pubblico (ciò che gli sta intorno: gli avvenimenti politici, sociali, culturali di Reggio Emilia, per esempio). In più, su "Pubblico/Privato" Caliceti mette in rete anche i commenti dei lettori, le loro mail, i loro messaggi al mondo (provate a scrivere una mail e a controllare il sito il giorno dopo: probabilmente ci sarete). Ebbene, nel libro pubblicato da Sironi Caliceti antologizza, selezionando con intelligenza, parti di questa "rubrica elettronica" apparse dal giorno di apertura (14 luglio 2000) fino al 31 dicembre 2001. Il rischio era quello di un libro caotico – e incomprensibile, frammentario insomma, e dunque alla fine difficile e noioso. Invece no. Invece la scelta è stata talmente fatta bene che Pubblico/privato 0.1 lo si legge come un bel libro di narrativa, accompagnando Giuseppe Caliceti, la sua famiglia, i suoi amici, i suoi corrispondenti, in un lungo viaggio di 18 mesi, ricco di spunti interessanti, di ragionamenti tutt'altro che protervi (e tutt'altro che banali, allo stesso tempo) sul mondo. Complice della riuscita del testo, credo di poter dire, è l'autore. Ma intendo l'autore in quanto persona, che qui diaristicamente si svela, si racconta, si da in pasto ai lettori nudo e sincero. E allora, in parole semplici, funzionano bene, fanno riuscire il libro, la personale simpatia, cortesia, allegria, acutezza di Caliceti. Che si sentono forti e chiare anche nella collezione di poesie pubblicate da Addiction. Poesie che sono bizzarre, accattivanti, stralunate. Che, mi sembra di poter dire, sono imparentate – sia pure alla lontana – con la patafisica e il demenziale, ma anche con il cabaret. E che sono spesso esplicitamente sarcastiche verso lo strano mondo della poesia italiana. Che solitamente appare del tutto incomprensibile al profano (quale per esempio sono io) e che questo libro contribuisce a dissacrare, ma anche a decodificare, con un atteggiamento guascone e impudente (e se vi capita un reading di Caliceti delle sue poesie, ecco: si raccomanda di non perdere l'indimenticabile evento live, dimensione che è quella più adatta all'apprezzamento di questo libro, che non a caso porta il titolo di "Ad alta voce". |
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