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Non è il paradiso è già un caso: lodi e minacce di querele
Vincenzo Aiello, Il Mattino, 10.10.2003
LA POLEMICA/ AUTORI, CRITICI, EDITORI REPLICANO AL PAMPHLET DI ANTONELLA CILENTO SUL FARE CULTURA A NAPOLI
Il pamphlet narrativo sul fare cultura a Napoli, Non è il paradiso di Antonella Cilento (Sironi), è un testo che ha avuto uno strano destino: fare rumore già prima della sua uscita. Chiunque ne abbia avuto tra le mani le bozze o ne è stato colpito o si è ritratto disgustato. Il plot nasce da un dialogo tra Eva - trasparente alter ego dell'autrice - e Riavulone, bonario e pigro capro locale. L’autrice non risparmia fendenti quando disegna tipologie negative, anche se non fa i nomi dei "reietti", citando, invece, con nomi e cognomi i personaggi a suo avviso positivi. E quando indulge alla fiction - qualche personaggio è appena tratteggiato nella sua azione - l´occhio allenato dell´addetto ai lavori sa di chi si parla anche se l´onere della prova incombe su quello che dice, e non su quello che nega e che non si riconosce... C’è di che discutere, e allora abbiamo chiesto a chi è citato nel testo, e anche a chi non è citato con nome e cognome ma è chiaramente riconoscibile, se si rispecchia in questo libro. Iniziamo da Antonio Franchini - il suo libro, L´abusivo, è citatissimo - che dal suo enclave mondadoriano è secco: «Non è il paradiso è un libro importante, coraggioso, è quello che, sulla città, ha lo sguardo più "da dentro" che io conosca. È anche riassuntivo di molti altri, da Il mare non bagna Napoli all’Armonia perduta ad altri che sono stati scritti dopo, ma c’è una differenza fondamentale che lo stacca dai suoi archetipi: si immerge e si sporca le mani, quindi non conosce la deriva consolatoria che proviene dalla contemplazione di qualche lucida, intelligente teoria. Quindi è un libro per spiriti forti, che accettano di leggere senza catarsi». Sentiamo Raffaele La Capria: il suo L´armonia perduta è citato positivamente dall´autrice che in un passo dice di aver invidiato l’autore di Ferito a morte perché lei i bagni di mare non li ha fatti. «Mi dispiace che non abbia potuto farli: ma su questo non rispondo come non so se la vita culturale napoletana sia migliorata... Napoli però è più aperta al mondo ma l´operazione ancora deve terminare». Nel pamphlet, a uscire malconcia è tra gli altri la figura della Promotrice Culturale di piazza Bellini, che sembra corrispondere a Lia Polcari, animatrice di "Evaluna": «Non ho letto il libro - ribatte, al telefono, Lia Polcari - ma certo se si parla di una donna che fa cultura in piazza Bellini io sono l´unica. Saprò dirle dopo avere letto...». Allora le citiamo un breve passo che parla di una rapace promotrice culturale che ha fiutato l´affare e che pronuncia alla protagonista frasi del tipo: "Se te ne vai ti faccio guerra sui giornali: ti rovino". "Hai guadagnato più di me che faccio l´insegnante, mi sono fatta i conti". La Polcari ha un trasalimento e alza il tono della voce: «Ma è pazza, è una follia: questa è roba da querela...». Anche Mario Guida, storico libraio-editore napoletano di Port’Alba, va giù duro. «La Cilento forse dimentica che è stata pubblicata da Avagliano, un editore campano - incalza -. Parla di editoria a pagamento? Dimentica la storia della letteratura: anche Moravia ha pubblicato Gli indifferenti a pagamento. E noi chiediamo agli autori emergenti non soldi, ma sponsorizzazioni. Il problema delle case editrici a Napoli è che in Italia l´80% delle case editrici è controllato da sei poli industriali che controllano anche il 70% dell´informazione». Ma che ne pensano i critici, i giornalisti, gli altri scrittori? Felice Piemontese, francesista e critico de "Il Mattino", non si sottrae al gioco dei commenti: «Ad occhio, le tesi del libro mi sembrano coraggiose e in larga parte condivisibili: le verifichiamo ogni giorno». Lo scrittore Davide Morganti ha letto il libro in bozze e gli è piaciuto. Giuseppe Montesano, premio Strega 2003, non l’ha ancora letto, ma della società culturale napoletana dice che non è diversa da quella politica e dalla corrispondente società civile e che quindi ne condivide i limiti. Quali? «L´editore è soprattutto un imprenditore che come molti suoi colleghi qui al Sud non vuole rischiare di suo».
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Testo riprodotto unicamente a scopo informativo.

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