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Un suicidio per l'estate
Ivano Bariani, Real estate, 10.07.2003
Emilianet.it
(Notturna, Obiettiva e Inoppugnabile Analisi sul perché dovreste sentirvi moralmente obbligati a leggere Il suicidio di Angela B., di Umberto Casadei, nonostante esso libro non sia affatto un libro "divertente", né "scorrevole", né tanto meno "estivo" – o, forse, proprio dato che esso libro non è nessuna delle tre cose; decidete un po' voi)
Una zanzara vi sveglierà.
Sbufferete, sposterete il lenzuolo sudaticcio, accenderete l'abat-jour e guarderete il termometro o un orologio o addirittura il soffitto. Nessun pensiero particolare nella testa.
Vi alzerete – troppo caldo per dormire – e ricorderete che domani mattina inizieranno le vostre ferie (al momento vi sfuggiranno altri aggettivi buoni per "ferie"). Vi guarderete in giro.
Da qualche parte nella stanza ci sarà un valigia aperta, con attorno un po' di quelle cose che ci finiscono dentro per ultime, e voi noterete senza emozione alcuna proprio una di quelle Ultime Cose: quattro per quindici per venti centimetri di carta stampata e rilegata. Il suicidio di Angela B.. Ancora nessun pensiero particolare.
Solleverete il tomo. Sbadiglierete voltandolo. Ricorderete il nome "Giulio Mozzi" ma non quello "Umberto Casadei". Il secondo sarà in copertina e il primo sul risvolto. Il primo pensiero particolare della vostra notte pre-ferie ormai insonne sarà che vi siete fidati del primo nome per comprare un tomo firmato dal secondo, ieri pomeriggio, uhm, già-già.
Poi il corso del vostro ragionare andrà da: "Comprare" a: "Spendere", e poi giù fino a: "15 euro", e: "15 euro?", e allora: "Ma per cosa?", e dunque: "Boh, troppe cose a cui pensare", finendo su: "Domani, ferie; un libro o un altro… che caldo". Mentre il libro vi starà guardando pensare. Letteralmente. Altro sbadiglio.
Aprirete il libro, alla fine, e lo sfoglierete per inerzia o per noia, trovando chissadove la lucidità mentale (e l'insolita pignoleria notturna) per notare che in quel libro ci sono:
- 27 pagine in carattere "senza grazie" – tipo "arial" o robe così – quel genere di carattere, per intenderci, che rende disgustoso leggere la roba su internet;
- 92 pagine in carattere "corsivo" suddivise in due gruppi: il primo da 32 e il secondo da 60 (sempre consecutive, porca puttana: 60 pagine di corsivo con-se-cu-ti-ve);
- enormi spazi bianchi, macchiati da mezze frasi che si rispondono da un angolo all'altro della pagina, seguiti subito dopo da pagine e pagine di periodi infiniti, abominevoli, snervanti, senza un "a capo" che sia uno;
- e infine note a piè di pagina, finti colophon, bigliettini di addio e articoli di giornale, su due colonne, con tanto di titoli e data.
Vi chiederete, inutile dirlo, che razza di libro avrete comprato.
Tornerete alla prima pagina. Proverete a leggerne un pezzetto.
Titolo: « Note istituzionali attorno a Il suicidio di Angela B., di Umberto Casadei ». Contenuto: assortiti sproloqui meta-narrativi e meta-meta-narrativi e meta-meta-meta-narrativi. Otto pagine. Porca miseria. 15 euro nel cesso.
Chiuderete il libro, vi volterete di scatto, lo lancerete contro al muro. Se ve lo state chiedendo no: non avrete ucciso nessuna zanzara. Niente caccia: pura rabbia.
Quindi accenderete la tv. Farete qualcos'altro e intanto non smetterete di occhiare incarogniti il tomo fracassato a terra. Stupido libro, stupidi voi. Quante cose avreste potuto farci, con quindici euro? Perché Giulio Mozzi vi ha voluti fregare?
Prima o poi, garantito, tra una pubblicità di un telefono erotico e l'altra, vi accorgerete della copertina – sarà ripiegata su se stessa, il prezzo in bella mostra: «€ 14,50».
La cassiera della libreria. S'è tenuta il resto.
Bene, sarà quello il momento – quando sentirete di odiare un po' di più il mondo e un po' di meno il libro: alzatevi dalla poltrona, iniziate a leggere, siate amari (avrete bisogno anche di quello).
Il Suicidio vi ammazzerà. Penserete la stessa cosa, sorriderete per il gioco di parole. Lascerete perdere e poi ricomincerete, tutte le volte, inevitabilmente, fino all'alba delle vostre ferie.
Ma non sarà sufficiente. Il tomo dovrà seguirvi in vacanza.
Il Suicidio vi tenderà agguati sotto all'ombrellone. Pretenderà la vostra attenzione in un ristorante "Solo-Pesce" in attesa del cameriere. Vi farà lo sgambetto nei corridoi del vostro albergo, costringendovi a restare seduti su di una panca pomeriggio dopo pomeriggio, a leggere.
Avrete il libro in mano anche durante tutto il volo di ritorno, e durante la corsa in taxi dall'aeroporto a casa vostra, e quando entrerete in casa con la valigia tra i piedi e un dito tra le pagine, a tenere il segno, perché vi mancherà così poco oramai.
Così finirete col girare l'ultima pagina del Suicidio in camera vostra, ancora vestiti e per nulla abbronzati, in piedi davanti a un letto e una valigia chiusa: leggerete l'ultima parola dell'ultimo paragrafo dell'ultima pagina, e vi renderete conto di cosa sarà successo. Forse vi verrà da piangere. Non si sa mai. Sicuramente dovrete chiedervi Che Cosa C'è Di Tanto Speciale, nel Suicidio.
Vi verrà in mente una cosa. Lascerete perdere la valigia e andrete in cucina.
Troverete la bilancia e tornerete in camera.
Dopo mezz'ora buona di studi e ragionamenti appoggerete la penna su di un pezzetto di carta, per appuntarvi i seguenti dati:

Il suicidio di Angela B. | 568 pag | 635 g | (635g / 568pag) = 1,12 g/pag
John Henry Festival | 544 pag | 600 g | (600g / 544pag) = 1,10 g/pag
Infinite Jest | 1436 pag | 1380 g | (1380g / 1436pag) = 0,96 g/pag
Il conte di Montecristo | 917 pag | 650 g | (650g / 917pag) = 0,71 g/pag

Un'altra mezz'ora e arriverete alla conclusione che a pesare così tanto, nel Suicidio, sono le Idee Per Pagina. Poco da fare. Ve ne convincerete in un attimo.
Allora, è bene che lo sappiate, proverete l'impulso irresistibile di saltare sul primo treno per Padova, e andare a scovare Umberto Casadei. Dovrete farlo, forse prima di subito, i maniaci ragionano così. Entrerete in ogni supermercato della città, frastornati, agitati. Correrete avanti e indietro fra le corsie, in cerca del vostro uomo. L'aria condizionata vi gelerà il sudore in fronte.
Se sarete fortunati, lo troverete al terzo o quarto tentativo: Umberto Casadei, in divisa, se ne starà seduto dietro a una delle casse, anonimo e commesso. Voi lo riconoscerete e lui non potrà riconoscere voi. Di nuovo: coi maniaci funziona proprio così.
Umberto Casadei vi guarderà estrarre dalla borsa la vostra copia giallognola, personale e sgualcita del Suicidio. Forse sarà sorpreso, magari sorriderà. Voi gli passerete il libro e gli direte grazie mille. Mi hai rovinato le ferie, porca miseria.
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Testo riprodotto unicamente a scopo informativo.

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"L'idea fondamentale. Intervista a Fabio Toscano" di Carlo Silini, Corriere Ticino
"Il cervello geniale che valeva per due" di Giulia Villoresi, Il Venerdì di Repubblica
"Come funzionava la testa di Leonardo" di Giovanni Caprara, Sette, Corriere della sera

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