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Le scarpe di Charlie
Walter Fochesato, Andersen, 15.10.2013

Charlie, poco più di un ragazzino, vive in un piccolo paese e il nonno, che fa il ciabattino, gli ha confezionato un bellissimo paio di scarpe di pelle. Ecco spiegato lo strano soprannome. Un brutto giorno la famiglia è costretta, per trovare di che vivere, a lasciare la campagna per raggiungere una grande città: Manchester. Siamo attorno alla metà del XIX secolo, nel pieno del processo di rivoluzione industriale. L'incontro con la realtà cupa e affannosa della metropoli è a dir poco traumatico e Charlie è mandato a lavorare in una fabbrica, con turni di lavoro che possono raggiungere le 16 ore. A ciò si aggiunga che la mamma comincia ad avere una brutta tosse. Charlie ha sentito dire che un buon tè può lenire la tosse della mamma che diventa sempre più insistente e così decide di sacrificare le sue scarpe di pelle per comprarne una scatola. Un finale che suona un po' troppo consolatorio. Peccato, perché l'albo è bellissimo e anche l'argomento non è certo fra i più trattati. Inoltre come è tipico della collana in fondo al volume troviamo quattro pagine, svelte ma ben condotte, di approfondimento e riflessione.

Di certo sono magnifiche le illustrazioni delle sorelle Balbusso, due assoluti talenti, ben conosciuti all'estero (dove hanno ricevuto prestigiosi riconoscimenti) ma che in Italia non sono ancora state valorizzate come meriterebbero. E fin qui, si potrebbe dire, niente di nuovo. D'altro canto anche in questo caso l'albo è apparso tre anni fa in Corea (del Sud, ovviamente) per poi approdare da noi. In queste tavole si esalta e risalta il loro segno caratteristico, fondato su un persuasivo nitore, su una delicata ma intensa morbidezza. Il loro tratto palesa un costante ed elegante vigore, una calda capacità di suggestione anche in virtù del trattamento delle tavole che vengono costantemente e pazientemente "incise" (in realtà si tratta di un melange di tecnica manuale e di elaborazione al computer). Ne sortiscono però raffinati effetti coloristici e di movimento.

Nel raccontare la vicenda di Charlie questa scelta appare particolamente efficace e coinvolgente, capace di registrare con preciso fervore il passaggio deciso di cieli e di atmosfere dalla visione lieta della prima tavola, ai cielibigi, alle case incrostate dai fumi del carbne, ai volti bassi e stanchi degli operai fino all'ambiente della fabbrica con grandi telai che marciano a pieno ritmo. Visioni precise e angoscianti che nella loro plastica evidenza rimandano a stilemi di matrice futurista ma altresì all'esperienza dell'espressionismo tedesco.

Tutti i diritti degli articoli della rassegna stampa di sironieditore.it di proprietà dei rispettivi autori/testate/siti.
Testo riprodotto unicamente a scopo informativo.

L'universo accidentale
di Alan Lightman
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"L'idea fondamentale. Intervista a Fabio Toscano" di Carlo Silini, Corriere Ticino
"Il cervello geniale che valeva per due" di Giulia Villoresi, Il Venerdě di Repubblica
"Come funzionava la testa di Leonardo" di Giovanni Caprara, Sette, Corriere della sera

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